Trail del Monte Casto 30/10/2011
E finalmente!
Dopo tre anni, riesco a partecipare al Casto.
Inutile girarci intorno, è uno dei trail che segnano la stagione: l'organizzatore è Maurizio Scilla, un personaggio che cercare di spiegarlo sarebbe comunque sminuirlo, il percorso si snoda sulle prealpi biellesi in posti poco conosciuti ai più ma veramente affascinanti, ed anche per la presenza di uno sponsor di "peso" come la Menabrea, è considerato da tutti irrinunciabile appuntamento festivo di fine stagione.
Attenzione... Se guardiamo gli iscritti, non c'era proprio niente di festivo là davanti: livello stellare, con la chicca di Dawa Sherpa, Antoine Guillon e Maud Gobert ad impreziosire un parterre veramente pregiato (Fornoni, Zanchi, Roux, Ruzza, Zarantonello, Marchetti, Vallosio, Canetta, Marrazzi, Gadin, Vuillermoz tra gli uomini, Batini, Mora, Belletti, Bertasa, Pensa ed Arrigoni tra le donne, tanto per fare qualche nome).
La felicità di partecipare finalmente a questo trail è ancora più grande, perchè la mia compagna Maria Carla affronta per la prima volta un ultra: momento solenne, e da parte sua i soliti mille dubbi della prima volta.
Ci dirigiamo ad Andorno Micca la sera prima: arrivati in loco breve giretto turistico per le vie del paese vuote e via a dormire nella nostra macchina trasformata a mini-camper. Il mattino sveglia, colazione a letto e poi iniziano i preparativi. Cavolo mancano solo 15 minuti! Via a prendere i pettorali che l'amico Massi ci ha già ritirato il pomeriggio prima e non c'è neanche tempo di due parole che siamo pronti al via insieme a Sandro, compagno di mille avventure, anche lui al debutto su distanze interessanti. Non ho messo i sali nel camelback... Pazienza.
Si parte e tutti quanti la prendono decisamente allegra: azz, i cancelli sono stretti... ma 46 km sono tanti! Ed il dislivello non è proprio da ridere. Ci mettiamo in coda ed affrontiamo al passo la prima salita al Monte Casto. Rompiamo il fiato e Maria Carla sale tranquilla, tanto che ogni tanto mi sprona a passare qualcuno. In cima al Monte Casto le dico che mi devo fermare un attimo per cause di forza maggiore: fatto tutto, mi rimetto di buona lena per recuperarla... Cerco di andare deciso, passo un po'di gente ma non la vedo ancora, cavolo che strattone che ci ha dato. Ricomincia la salita e ancora niente. Proprio quando iniziano a balenare le idee più malsane (avrà sbagliato percorso?) la vedo lì davanti in salita che corre: epperò!
Finalmente mi rilasso, incomincia la salita dura a Bocchetta Sessera e mi guardo intorno: paesaggio splendido, sole e cielo azzurrissimo ci regalano scorci davvero fantastici. Cerchiamo il nostro ritmo, ma la ragazza spinge, tiene un bel ritmo e tra due parole e due risate ci avviciniamo al primo ristoro: km 14, un terzo di gara è andata, siamo nei cancelli e va tutto bene, tanto che nella leggera salita che ci porta verso le piste dell'Oasi Zegna ci accodiamo a Mirko, solite prese in giro, poi prendiamo Fabrizio, un amico di Cogoleto. Non sta bene, ha un influenza che lo debilita ed è giù di morale: gli passo un ibuprofene che tengo sempre nello zaino in caso di infortunio e dopo aver ripescato Maria Carla ed altri trailers che avevano sbagliato percorso (forse l'unico punto in cui c'era lieve incertezza, magari ci stava una persona a segnalare) ci lanciamo in discesa. La ragazza viaggia, c'è un ristoro autogestito con genepy e vino, ma andiamo avanti deciso, fondo valle nel bosco, sentiero splendido, Maria Carla tiene duro, mi dice di andare e in un attimo siamo al ristoro del 22mo. Circa 3 ore e mezza, sta andando benissimo, ma adesso inizia il divertimento.
C'è una leggera salita, qui camminiamo, ci riprende Fabrizio a cui il mio Ibuprofene ha fatto decisamente bene, si è completamente spogliato ed è rimasto in cannotiera! La salita si fà più dura nel bosco finchè non sbuchiamo in un posto delizioso, Artignaga. Piccole baite ristrutturate in una valle da sogno. Incredibile, la chiamano la piccola Svizzera, ma non c'è paragone che tenga. Splendido.
La strada sale piano piano, qui Maria Carla ha un momento di down. I suoi problemi di pancia si fanno sentire, ma con una testardaggine che posso solo che invidiare, mette la testa giù e si fa passare la crisi camminando spedita. Quando vedo che va meglio le dico di mangiare un gel, come regolarmente abbiamo fatto ogni oretta: mi dice ok, ma dopo questo pezzo che possiamo correre. Alè! Si risale ancora in uno splendido bosco, poi breve discesa e siamo di nuovo a Bocchetta Sessera. Un tea caldo e cominciamo la lunga discesa. La crisi è passata, Maria Carla in discesa non si risparmia e così incominciamo a recuperare... Al ristoro di Selle, un po'preoccupato per i crampi le faccio bere dei sali, poi lei riparte subito mentre io faccio ancora due parole con i gentilissimi volontari. Stupenda discesa nel bosco che si può vedere qui nel video di Bellini Foto:
Un po' di tiramolla con un simpatico veneziano, ma adesso Maria Carla và decisa anche se le gambe iniziano a farsi sentire (ci credo, non ha mai fatto più di venti chilometri tutti insieme). Mi fermo a bere una bicchiere di Coca Cola ma lei va avanti decisa, recupera ancora posizioni e siamo alla salita finale. Mi aspetto che molli un pochino, siamo al km 40, ma in fondo oramai si arriva. Salgo al mio passo e dopo un po' mi giro: me la vedo che tira la fila con una coda di sette otto persone a seguire. Però.
Ultimo ristoro, adesso inizia ad essere stanca, ci sono ancora cinque km, inizia con un falsopiano micidiale, tutto da correre. Vado avanti ed ogni tanto mi giro aspettandomi di vederla camminare, invece vedo che continua a correre e vado avanti. I chilometri passano, le gambe non sono più fresche, ma non so come continua a correre. Finalmente la discesa, si vede il paese in fondo e così le energie si moltiplicano, asfalto, gli ultimi sorpassi e finalmente ci siamo. Mi giro e vedo la vera gioia sul suo viso, una sensazione fantastica... Ce l'ha fatta ed anche bene. Arriviamo e Massi, Raffaella e Stefano sono lì ad aspettarci! Sette ore e dieci, brava Maria Carla, altro che lottare con i cancelli.
Un momento di relax, doccia (manco troppo fredda) e finalmente riordiniamo le emozioni davanti a due birre. Parliamo un po' con il grande Sergio (ma quanto va forte?) e poi tutti insieme a mangiare. Più birre, tante risate ed è ora di tornare a casa.
Che grande giornata.
Difficile dimenticare il Casto... Per l'ambiente, per l'atmosfera, per i posti, per tutto quanto: un organizzazione splendida, che riesce ad essere super professionale senza perdere l'atmosfera familiare di festa del paese. Sarà difficile non tornare.
PS L'arrivo è sempre un momento emozionante. Questa volta, arrivare insieme alla mia compagna, è stato molto emozionante. Ma quello che mi ha fatto davvero venire le lacrime agli occhi è sentire come sottofondo... i BAD RELIGION!
Grazie Mau, mi hai riportato a vent'anni fà (almeno)!
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