Trail dei Gorrei Report
Il Gorrei è uno dei miei appuntamenti preferiti: l'organizzazione, capitanata da Nando e Maurizio, è a dir poco eccellente, l'atmosfera familiare, il percorso spettacolare, e la gara è molto competitiva.
Eppure non ero mai riuscito a correrlo al meglio: il primo anno, diarrea continua, tanto che alla fine avevo raggiunto Maria Carla che faceva la corta ed eravamo arrivati assieme grazie al suo supporto. L'anno scorso, con il percorso modificato, avevo probabilmente preso la corsa sottogamba e come tutti avevo patito una giornata di caldo micidiale, arrivando benino in classifica, ma demolito fisicamente. Lo ricordo ancora come, km per km, il trail più duro che abbia mai finito.
Quest'anno ci tenevo a provare a farlo decorosamente, ma le previsioni di pioggia e freddo non erano così incoraggianti.
Sta di fatto che domenica mattina arriviamo a Moretti con il Cinghiale, Ale e due suoi soci. Non piove, c'è un po'di nebbiolina, ma non fa così freddo: bene.
Ritiro del pettorale (con borraccia della Sportika, la ditta per cui lavoro, nel pacco gara e tanto di striscione all'arrivo... gioco in casa) e poi iniziamo a prepararci.
Anche oggi cerco di stare leggero: le ottime Pure Grit, testate alle Maremontana, pantaloncini e maglietta di lana a maniche lunghe leggera (dovrebbe tenere caldo anche con la pioggia). Nel marsupio metto una giacchina ed il telo termico più gel e sali. Borraccia a mano e nella taschina infilo il telefono... All'ultimo decido di prendere anche i guanti leggeri di cotone, visto che le mani le patisco. Ci avviamo verso la partenza, gli altri sono tutti imbacuccati nelle giacche: secondo me moriranno dal caldo dopo 1 km... o avranno ragione loro e mi congelerò io? Anche Nando mi chiede se non sono troppo leggero...
Due parole con la Dottoressa e Stefano, poi arriva la colonia genovese Ignazio, il Presidente e Gino, riconosco Franco, trailer morenico, c'è anche Daniele sulla corta e saluto altre persone. In un attimo si parte, poi si riparte per falsa partenza (colpa di Cubettozz al cronometraggio, secondo me hahahaha).
Il Cinghiale scalpita perchè siamo partiti nelle retrovie e attacca il turbo, io me la prendo decisamente con più calma, all'angolo ci sono Nando ed il grande Sergio che mi saluta e poi si parte con lo sterrato. Cerco di trovare un ritmo, e mi lascio un po'andare in discesa: nonostante la pioggia, il terreno tiene benissimo.
Ci infiliamo nel bosco, primo guado ed inizia la salita: è difficile trovare un ritmo perchè ci sono sia quelli della 20 km che quelli della 46 km, però vado su tranquillo senza forzare troppo, traversiamo su sentierino e rientriamo nel bosco, passo la Gualco cerco di aumentare il ritmo e davanti a me vedo Virginia Olivieri, al rientro dopo la maternità: buon segno, potrebbe essere il mio passo. Ancora salita con qualche allungo nei pratoni, passo qualcuno e dietro ad una casa sbuca Sergio che mi incita e mi dice di continuare così.
Siamo al primo ristoro, bevo giusto una Coca e riparto, lasciandomi dietro anche la brava Katia Fori. Sono con Luca, un ragazzo che l'anno scorso avevo lasciato all'ultimo ristoro in preda a crampi e sfinimento, viaggia veloce e così mi accodo. Qui il percorso è più scorrevole, c'è sempre salita e discesa e ci tiriamo un po'finendo per formare un trenino di tre persone: io, Luca ed un ragazzo valdostano che poi scopro essere Igor Rubbo. Si chiacchera, a sprazzi piove, ma non ho freddo, se non alle mani visto che i guanti di cotone sono già fradici. Forse era più sensato prendere gli altri.
C'è uno strappo in salita, so che in cima c'è poi da fare un bel pezzo di sterratone in piano prima di arrivare al bivio corta/lunga, così tiro un po'in salita dove Igor va davvero bene e poi sul piano cerco di aggiustare il mio passo e trovare una continuità. Mi piace questo pezzo, ma so anche che da qui in poi inizia il pezzo duro. Al ristoro Coca Cola, riempio la borraccia e dopo aver litigato con la stagnola ci lascio cadere dentro una pastiglia di sali: togliendo i guanti capisco che ho meno freddo senza e così li levo e li infilo in tasca. Aggancio un ragazzo simpatico ligure ed arriviamo insieme alla discesa su Olbicella, dove mi sforzo di lasciare andare e correre deciso: funziona! Guadagno terreno, poi guardo l'orologio e vedo che è ora di mangiare, così rallento un po', mando giù un gel alla cioccolata e poi riprendo ad andare deciso.
In fondo alla discesa c'è un pezzo in lieve salita, sto andando benissimo, ma devo fermarmi a pisciare, e così dopo un bel pezzo di traversone e salita nel bosco io ed Igor iniziamo la salitina che ci porta al terzo ristoro, dove c'è il fratello di Nando che mi saluta.
Passiamo un runner in evidente cottura e ci lasciamo andare nel bel tratto in discesa, per stare dietro ad Igor devo fare attenzione, ma tutto sommato sto andando bene, questo pezzo è quello cruciale, è difficile trovare un ritmo continuo, aggancio un altro ragazzo con cui parliamo un po' e poi scendiamo verso un guado, c'è Maurizio che fa il tifo e mi dice che sto andando benissimo... Dovrei essere intorno alla 13ma posizione. Bene! Arriviamo al quarto ristoro, da qui l'anno scorso era iniziata la mia via crucis, c'è ancora una U nel bosco e poi si comincia con la salita alternata a grandi traversi. Riesco a distanziare uno dei miei compagni ed accodarmi di nuovo ad Igor: aspetto la crisi, le gambe si appesantiscono, ma tutto sommato vado ancora. Lui si ferma a svestirsi, ma non riesco proprio a prendergli terreno, e comunque so che sulla salitona del 40mo il suo passo è micidiale, così una volta arrivati alla salita cerco di farmi "tirare" un po'. Salgo bene, tranquillo, c'è l'omnipresente Sergio che ridendo mi dice "Datti una mossa che Massi mi ha lasciato detto che anche oggi mangi la polvere!": maledetto Cinghiale, ridiamo di gusto e riprendo a salire. Igor va davvero bene in salita, mi prende quei 45 secondi che si porterà fino alla fine, raggiunge un altro trailer e finita la salita li vedo davanti a me nel pezzo di sterrata in piano.
Sto bene, mancano circa 6 km, devo cercare di mangiare e stare tranquillo, è ancora lunga e dura in questo pezzo di continui strappetti alternati a discesine e tratti da correre. All'ultimo ristoro Coca Cola e via, nella salita del gasodotto passo il trailer che avevo davanti e cerco di dare un colpetto per uscire dalla sua visuale, mentre davanti vedo ancora la sagoma bianca di Igor. Mi stacco un po' e riprendo a correre: gambe ok, energia ok, potrei arrivare bene e comunque in stato decoroso. I km sembrano passare lentamente e da distante sento applausi ed incitamenti... Mi sembra Maria Carla... E poi finalmente mi sento chiamare, sono lei e Barbara. Attraverso la strada, solo più un km. Ultima discesa, pezzo di sentiero ed inizio l'ultima risalita: dietro di me nessuno, davanti Igor, ma ha ancora un passo deciso, ed io ho un principio di crampo. Penso che alla fine tutto è andato bene, le scarpe hanno tenuto alla grande su discese brutte e rocciose e sul fango quando alla penultima curva scivolo sull'erba e finisco nel fango: mi metto a ridere come un cretino e sbuco sul rettilineo finale. Uau, ci sono anche i miei! Arrivo, complimenti della famiglia, il cane dei miei mi beve i sali dalla borraccia, complimenti del Cinghiale (che è andato fortissimo) c'è anche Fabio che rivedo con piacere.
Due parole con Massi e poi andiamo a prendere la roba. Doccia gelata e finalmente mitica pasta e fagioli e formaggetta, più crostata e birre a € 2,50. Ci sediamo a tavola io, Massi, Maria Carla e Barbara e ci gustiamo il pranzo e la stufa accesa. A seguire due parole con i genovesi, vediamo Gino fulminare il Presidente allo sprint, l'arrivo di Raffaella e consorte poi premiazioni (azz, sono arrivato 11mo e premiavano fino al 10mo) e ritorno a casa.
Alla sera Maria Carla cucina un favoloso tonno impanato nel sesamo con salsa al basilico ed insalata di carote marocchina, mentre io preparo bruschette con il mio pane di pasta madre fatto in casa e crostini di salmone con burro e cren: bottiglia di Alghero Torbato di Terre Bianche e la serata va che è una meraviglia.
Il Gorrei si conferma una gara bellissima, faccio fatica a trovargli un qualsiasi difetto (ok, l'acqua fredda, ma tutti quelli prima e dopo di noi l'hanno fatta calda!). Sicurezza sul percorso, scorci eccezionali (la discesa sul canyon merita da sola il giro), varietà di terreni e condizioni, organizzazione schietta e funzionale. Tra l'altro livello stellare: vince Roux con secondo Barnes e terzo Filippo Canetta: dominio del Team Salomon con tempi spropositati. Tra le donne Fori su Olivieri. Ah, questa volta, sono riuscito a mettere le donne dietro, senza essere "chicked": soddisfazione alquanto sciovinista, ma che ci volete fare, insicurezze del maschio moderno.
Meriterebbe parecchi più iscritti, forse con un po'più di grancassa potrebbero fare numeri diversi: ma tutto sommato mi piace l'atmosfera raccolta e la sensazione di essere coccolato e viziato dai tanti, gentilissimi volontari. Un luogo segreto dove ritrovarsi ogni anno.
Lista Materiale
Scarpe Brooks Pure Grit
Calze Smartwool Micro Crew
Shorts The North Face Agility
Maglia maniche lunghe 150 Ultralite Icebreaker
Guanti cotone
Borraccia Nathan Quickdraw
Marsupio Amphipod Airflow Endurance
Giacca Montane Featherlite Marathon Jacket
Telo Termico
Tre pastiglie di sali Nuun Tri-Berry
Sei gel Clif Shot (due Chocolate, due Razz, due Citrus)
Due gel GU (Jet Blackberry)
Qualche litro di Coca Cola dai ristori
Eppure non ero mai riuscito a correrlo al meglio: il primo anno, diarrea continua, tanto che alla fine avevo raggiunto Maria Carla che faceva la corta ed eravamo arrivati assieme grazie al suo supporto. L'anno scorso, con il percorso modificato, avevo probabilmente preso la corsa sottogamba e come tutti avevo patito una giornata di caldo micidiale, arrivando benino in classifica, ma demolito fisicamente. Lo ricordo ancora come, km per km, il trail più duro che abbia mai finito.
Quest'anno ci tenevo a provare a farlo decorosamente, ma le previsioni di pioggia e freddo non erano così incoraggianti.
Sta di fatto che domenica mattina arriviamo a Moretti con il Cinghiale, Ale e due suoi soci. Non piove, c'è un po'di nebbiolina, ma non fa così freddo: bene.
Ritiro del pettorale (con borraccia della Sportika, la ditta per cui lavoro, nel pacco gara e tanto di striscione all'arrivo... gioco in casa) e poi iniziamo a prepararci.
Anche oggi cerco di stare leggero: le ottime Pure Grit, testate alle Maremontana, pantaloncini e maglietta di lana a maniche lunghe leggera (dovrebbe tenere caldo anche con la pioggia). Nel marsupio metto una giacchina ed il telo termico più gel e sali. Borraccia a mano e nella taschina infilo il telefono... All'ultimo decido di prendere anche i guanti leggeri di cotone, visto che le mani le patisco. Ci avviamo verso la partenza, gli altri sono tutti imbacuccati nelle giacche: secondo me moriranno dal caldo dopo 1 km... o avranno ragione loro e mi congelerò io? Anche Nando mi chiede se non sono troppo leggero...
Due parole con la Dottoressa e Stefano, poi arriva la colonia genovese Ignazio, il Presidente e Gino, riconosco Franco, trailer morenico, c'è anche Daniele sulla corta e saluto altre persone. In un attimo si parte, poi si riparte per falsa partenza (colpa di Cubettozz al cronometraggio, secondo me hahahaha).
Il Cinghiale scalpita perchè siamo partiti nelle retrovie e attacca il turbo, io me la prendo decisamente con più calma, all'angolo ci sono Nando ed il grande Sergio che mi saluta e poi si parte con lo sterrato. Cerco di trovare un ritmo, e mi lascio un po'andare in discesa: nonostante la pioggia, il terreno tiene benissimo.
Ci infiliamo nel bosco, primo guado ed inizia la salita: è difficile trovare un ritmo perchè ci sono sia quelli della 20 km che quelli della 46 km, però vado su tranquillo senza forzare troppo, traversiamo su sentierino e rientriamo nel bosco, passo la Gualco cerco di aumentare il ritmo e davanti a me vedo Virginia Olivieri, al rientro dopo la maternità: buon segno, potrebbe essere il mio passo. Ancora salita con qualche allungo nei pratoni, passo qualcuno e dietro ad una casa sbuca Sergio che mi incita e mi dice di continuare così.
Siamo al primo ristoro, bevo giusto una Coca e riparto, lasciandomi dietro anche la brava Katia Fori. Sono con Luca, un ragazzo che l'anno scorso avevo lasciato all'ultimo ristoro in preda a crampi e sfinimento, viaggia veloce e così mi accodo. Qui il percorso è più scorrevole, c'è sempre salita e discesa e ci tiriamo un po'finendo per formare un trenino di tre persone: io, Luca ed un ragazzo valdostano che poi scopro essere Igor Rubbo. Si chiacchera, a sprazzi piove, ma non ho freddo, se non alle mani visto che i guanti di cotone sono già fradici. Forse era più sensato prendere gli altri.
Luca, io e Igor |
C'è uno strappo in salita, so che in cima c'è poi da fare un bel pezzo di sterratone in piano prima di arrivare al bivio corta/lunga, così tiro un po'in salita dove Igor va davvero bene e poi sul piano cerco di aggiustare il mio passo e trovare una continuità. Mi piace questo pezzo, ma so anche che da qui in poi inizia il pezzo duro. Al ristoro Coca Cola, riempio la borraccia e dopo aver litigato con la stagnola ci lascio cadere dentro una pastiglia di sali: togliendo i guanti capisco che ho meno freddo senza e così li levo e li infilo in tasca. Aggancio un ragazzo simpatico ligure ed arriviamo insieme alla discesa su Olbicella, dove mi sforzo di lasciare andare e correre deciso: funziona! Guadagno terreno, poi guardo l'orologio e vedo che è ora di mangiare, così rallento un po', mando giù un gel alla cioccolata e poi riprendo ad andare deciso.
In fondo alla discesa c'è un pezzo in lieve salita, sto andando benissimo, ma devo fermarmi a pisciare, e così dopo un bel pezzo di traversone e salita nel bosco io ed Igor iniziamo la salitina che ci porta al terzo ristoro, dove c'è il fratello di Nando che mi saluta.
Passiamo un runner in evidente cottura e ci lasciamo andare nel bel tratto in discesa, per stare dietro ad Igor devo fare attenzione, ma tutto sommato sto andando bene, questo pezzo è quello cruciale, è difficile trovare un ritmo continuo, aggancio un altro ragazzo con cui parliamo un po' e poi scendiamo verso un guado, c'è Maurizio che fa il tifo e mi dice che sto andando benissimo... Dovrei essere intorno alla 13ma posizione. Bene! Arriviamo al quarto ristoro, da qui l'anno scorso era iniziata la mia via crucis, c'è ancora una U nel bosco e poi si comincia con la salita alternata a grandi traversi. Riesco a distanziare uno dei miei compagni ed accodarmi di nuovo ad Igor: aspetto la crisi, le gambe si appesantiscono, ma tutto sommato vado ancora. Lui si ferma a svestirsi, ma non riesco proprio a prendergli terreno, e comunque so che sulla salitona del 40mo il suo passo è micidiale, così una volta arrivati alla salita cerco di farmi "tirare" un po'. Salgo bene, tranquillo, c'è l'omnipresente Sergio che ridendo mi dice "Datti una mossa che Massi mi ha lasciato detto che anche oggi mangi la polvere!": maledetto Cinghiale, ridiamo di gusto e riprendo a salire. Igor va davvero bene in salita, mi prende quei 45 secondi che si porterà fino alla fine, raggiunge un altro trailer e finita la salita li vedo davanti a me nel pezzo di sterrata in piano.
Sto bene, mancano circa 6 km, devo cercare di mangiare e stare tranquillo, è ancora lunga e dura in questo pezzo di continui strappetti alternati a discesine e tratti da correre. All'ultimo ristoro Coca Cola e via, nella salita del gasodotto passo il trailer che avevo davanti e cerco di dare un colpetto per uscire dalla sua visuale, mentre davanti vedo ancora la sagoma bianca di Igor. Mi stacco un po' e riprendo a correre: gambe ok, energia ok, potrei arrivare bene e comunque in stato decoroso. I km sembrano passare lentamente e da distante sento applausi ed incitamenti... Mi sembra Maria Carla... E poi finalmente mi sento chiamare, sono lei e Barbara. Attraverso la strada, solo più un km. Ultima discesa, pezzo di sentiero ed inizio l'ultima risalita: dietro di me nessuno, davanti Igor, ma ha ancora un passo deciso, ed io ho un principio di crampo. Penso che alla fine tutto è andato bene, le scarpe hanno tenuto alla grande su discese brutte e rocciose e sul fango quando alla penultima curva scivolo sull'erba e finisco nel fango: mi metto a ridere come un cretino e sbuco sul rettilineo finale. Uau, ci sono anche i miei! Arrivo, complimenti della famiglia, il cane dei miei mi beve i sali dalla borraccia, complimenti del Cinghiale (che è andato fortissimo) c'è anche Fabio che rivedo con piacere.
Due parole con Massi e poi andiamo a prendere la roba. Doccia gelata e finalmente mitica pasta e fagioli e formaggetta, più crostata e birre a € 2,50. Ci sediamo a tavola io, Massi, Maria Carla e Barbara e ci gustiamo il pranzo e la stufa accesa. A seguire due parole con i genovesi, vediamo Gino fulminare il Presidente allo sprint, l'arrivo di Raffaella e consorte poi premiazioni (azz, sono arrivato 11mo e premiavano fino al 10mo) e ritorno a casa.
Alla sera Maria Carla cucina un favoloso tonno impanato nel sesamo con salsa al basilico ed insalata di carote marocchina, mentre io preparo bruschette con il mio pane di pasta madre fatto in casa e crostini di salmone con burro e cren: bottiglia di Alghero Torbato di Terre Bianche e la serata va che è una meraviglia.
Il Gorrei si conferma una gara bellissima, faccio fatica a trovargli un qualsiasi difetto (ok, l'acqua fredda, ma tutti quelli prima e dopo di noi l'hanno fatta calda!). Sicurezza sul percorso, scorci eccezionali (la discesa sul canyon merita da sola il giro), varietà di terreni e condizioni, organizzazione schietta e funzionale. Tra l'altro livello stellare: vince Roux con secondo Barnes e terzo Filippo Canetta: dominio del Team Salomon con tempi spropositati. Tra le donne Fori su Olivieri. Ah, questa volta, sono riuscito a mettere le donne dietro, senza essere "chicked": soddisfazione alquanto sciovinista, ma che ci volete fare, insicurezze del maschio moderno.
Meriterebbe parecchi più iscritti, forse con un po'più di grancassa potrebbero fare numeri diversi: ma tutto sommato mi piace l'atmosfera raccolta e la sensazione di essere coccolato e viziato dai tanti, gentilissimi volontari. Un luogo segreto dove ritrovarsi ogni anno.
Lista Materiale
Scarpe Brooks Pure Grit
Calze Smartwool Micro Crew
Shorts The North Face Agility
Maglia maniche lunghe 150 Ultralite Icebreaker
Guanti cotone
Borraccia Nathan Quickdraw
Marsupio Amphipod Airflow Endurance
Giacca Montane Featherlite Marathon Jacket
Telo Termico
Tre pastiglie di sali Nuun Tri-Berry
Sei gel Clif Shot (due Chocolate, due Razz, due Citrus)
Due gel GU (Jet Blackberry)
Qualche litro di Coca Cola dai ristori
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